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Sempre più spesso si manifestano rapporti giuridici che, sul piano sostanziale, si riferiscono ad un patrimonio, prima ancora che ad un soggetto; rapporti che, una volta divenuti controversi, devono trovare spazio nel processo. Già Redenti si chiedeva chi potesse agire, e a quale titolo, al cospetto di «gestioni patrimoniali autonome», rispetto alle quali l'esercizio dell'azione «non coincide né con l'agire in nome proprio, né con l'agire in nome altrui»; «casi singolari» che ormai con frequenza si incontrano nella realtà odierna. Per dirla con Orestano, l'esigenza da cui muove lo studio è proprio quella di ricostruire i rapporti tra diritti e azione quando dietro la «personalizzazione del patrimonio» non ci sia «altra realtà che [...] un patrimonio senza soggetto». Nel contributo si cercherà allora di comprendere se e come i consolidati modelli di esercizio dell'azione possano operare quando nel processo agisca un patrimonio «in gestione».