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La particolare tenuità del fatto, non diversamente da altri istituti, altrettanto recenti (si pensi alla messa alla prova o alle condotte riparatorie), è espressione di un sistema penale "altro" e "diverso", nel quale si rinuncia ad una risposta punitiva, in nome di una concezione nuova, che scompagina i classici canoni dell'affermazione di responsabilità penale, cui segue la condanna e quindi la pena, e consegna agli interpreti del diritto uno strumento delicato, difficile da "gestire", volendo anche complesso. Dalla disamina approfondita delle sentenze e dei commenti dottrinari, svolta dall'autrice, emerge un istituto pieno di potenzialità, anche coraggioso. Esso va tuttavia compreso ed applicato senza automatismi e connotazioni personologiche, calando "il giudizio di tenuità" nel caso concreto e valorizzando gli strumenti processuali a disposizione, che vanno declinati in un'ottica, nuova, innovativa, come quella suggerita nel volume, in questo modo non solo si rende più agevole la comprensione dell'istituto e delle sue modalità di applicazione, ma si conseguono quelle finalità per le quali esso era stato pensato, assicurandone anche una sempre maggiore diffusione.