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La prospettiva interculturale determina, insieme a una prassi educativa modificata, soprattutto una riflessione pedagogica diversa. La teoria pedagogica infatti nasce sempre a partire da una definizione del processo educativo e dei suoi scopi, all'interno di una cultura e di una tradizione di pensiero. L'ottica interculturale, denunciando come soggettive ed etnocentriche tali definizioni, ne impone la revisione. Questo libro costituisce appunto un tentativo di interpretazione del processo educativo in una prospettiva modificata, attraverso l'analisi delle costanti fenomenologiche dell'educazione, che vengono in particolare indagate all'interno di una serie di figure metaforiche diffuse in culture diverse. Emergono così le grandi polarità che segnano la dinamica del processo educativo, fra «riconoscimento e negazione» della vita, fra «crescita e stasi», fra «bisogno» infantile e «funzione» genitoriale, fra tentazioni di dipendenza e spinte all'autonomia, e si ridefinisce la grande figura del «viaggio» esistenziale nelle sue varianti archetipiche. il «rischio di crescere», che a ciascuno si chiede di correre, è connesso all'urgenza etica di rompere i «legami incestuosi» con la razza e l'etnia, con tutta la loro valenza regressiva, e di accettare «la possibile morte delle antiche e tranquille certezze collettive». In questa prospettiva il viaggio dei Magi viene riproposto come metafora dell'incontro/dialogo fra uomini di culture e religioni diverse, che siano disponibili al segno di nuove inquietanti «Comete».