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Di fronte alle ferite ed incongruenze di questo nostro caotico e pazzo mondo, viene proprio da chiederci: che ce ne facciamo di duecento pagine su Bach? A che ci serve la memoria di un parruccone grassoccio e pure un po' scorbutico, morto duecentosessantasette anni fa, se la gente non sa più neppure a che santo votarsi per tirare avanti e non cedere alla disperazione? Per l'autore, la riposta è chiarissima: Bach serve, e parecchio, tanto ai bambini di un campo-scuola quanto all'adolescente che studia musica, all'adulto educatore in parrocchia e al genitore in cerca di una storia davvero edificante! Serve come modello di marito e di padre; serve come figura di enorme spessore artistico; serve come esempio di testarda e irriducibile fede. Nel mondo dei giovani, musicisti e non, c'è la grande urgenza di mostrare che qui non si ha per niente a che fare con roba vecchia, buona solo da gettare, ma con una persona straordinaria capace di un'arte senza pari, che ha ancora tantissimo da insegnare e donare. Con la prefazione del teologo liturgista mons. Nicola Bux ed il commento della cantante jazz Clizia Miglianti, questo libro è il risultato della sistemazione in un unico volume dei due precedenti testi, "Bach: un grido di dolore, un sospiro d'amore, un palpito di fede" e "Bach ieri, Bach oggi", confluiti insieme per dare a giovani ed adulti la possibilità, non certo di esaurire lo scibile sul grande maestro, quanto di poter delineare un quadro agile e piacevole dell'uomo, del musicista e del credente che fu Johann Sebastian. Prefazione di Nicola Bux. Commento di Clizia Miglianti.