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L'essenza dello yoga è la stabilità della mente accompagnata dalla soppressione delle modificazioni mentali a favore di un particolare stato spirituale che conduce progressivamente alla realizzazione del Sé. Il più antico esponente di questo sistema chiamato Rajayoga, il più elevato di tutti gli yoga e distinto dallo Hathayoga e dal Mantrayoga, fu Patanjali, che nel 150 a.C. scrisse gli Yoga-sùtra. Il presente studio espone il sistema del Rajayoga secondo le formulazioni di Patanjali e i commenti di Vyasa, Vacaspati, Vijñanabhikshu e altri. Si sofferma sul fondamento delle pratiche yogiche, vale a dire sulla sua dottrina filosofica, psicologica, cosmologica, etica e religiosa. Gli aspetti principali dello yoga vi sono messi a confronto con altri sistemi di pensiero filosofico e si stabilisce, in particolare, la sua affinità con il sistema del Sankhya. L'opera si compone di quindici capitoli suddivisi in due parti. La prima parte (capitoli 1-7) affronta la metafisica dello yoga, descrivendo soprattutto le caratteristiche e le funzioni di Prakrti e Purusa, la realtà del mondo esterno e il processo di trasfigurazione spirituale. Nella seconda parte (capitoli 8-15), invece, si espone la pratica dello yoga, ponendo l'accento sul suo metodo, sulle fasi del samadhi e su alcuni temi correlati. Arricchisce il volume un'appendice sullo sphota, la scienza che studia il sottofondo spirituale che sostanzia la relazione delle parole con le idee e gli oggetti. Prefazione di Nuccio D'Anna.