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In questo libro l'autore mette in luce, collocandola nel più ampio contesto indiano, la tradizione estinta dei Siddha medievali. Basandosi su un insieme di testi di alchimia ancora inesplorati, egli dimostra che le discipline medievali dell'alchimia indù e dell'hatha yoga erano praticate dalle stesse persone, e che possono essere comprese solo se considerate insieme. I fluidi sessuali e le strutture del corpo sottile sono equivalenti microcosmici delle sostanze e degli apparati manipolati dall'alchimista nel suo laboratorio. Con tali intuizioni, White apre la strada ad una nuova comprensione dell'intero movimento della mistica medievale indiana, nell'ambito del più ampio contesto dell'Induismo asiatico, del Buddhismo, del Giainismo e dell'Islam.