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Il volume è la fedele trascrizione del diario di prigionia del nonno dell'autore, Guido, il quale venne internato in Germania dopo l'8 settembre 1943 e rientrò in Italia al termine di due anni di traversie che lo portarono fino in Unione Sovietica. Il diario è corredato di un apparato di note relativo agli eventi storici la cui eco arrivava, più o meno deformata, nei campi di concentramento e di lavoro degli IMI. Le commoventi pagine dell'autore si stagliano come una drammatica, a volte tragica vicenda personale, sul grandioso fondale del crollo della Germania di fronte all'avanzata dell'Armata Rossa. "È notte. Coricati vestiti sui nostri giacigli, udiamo lontano il rombo delle artiglierie pesanti tedesche che tentano invano di arginare la travolgente orda rossa. Nessuno di noi parla ma nessuno neanche dorme. Che sarà di noi?".