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Perché Hegel afferma che vale la pena considerare il mito del peccato originale an der Spitze der Logik (in capo alla logica)? Che ruolo ha il racconto della Genesi nel pensiero hegeliano? In che senso Hegel rimarca a più riprese la tesi apparentemente paradossale secondo la quale è la conoscenza che produce la caduta e al contempo è principio del ritorno (Rückkehr) o della riconciliazione (Versöhnung)? Il presente studio si pone queste domande a partire da un'analisi rigorosa del Manuskript der Philosophie der Religion del 1821 e sviluppa la seguente tesi: che la problematica del peccato originale costituisca una figura del conoscere in quanto passaggio (la Entzweiung dello spirito) e con ciò sia figura della fondamentale operatività del pensiero dialettico (ovvero l'Aufhebung). Quello che è in gioco è una considerazione dell'uomo e della sua genesi, ossia uno dei problemi più decisivi del compito del pensiero: la costituzione dell'umano nell'uomo. Il pensiero ha il dovere di problematizzare o di muovere ciò che immediatamente è presupposto. Porre a tema questa figura è perciò un modo di pensare e ripensare, con quella categoria non logica, ma esistenziale che Søren Kierkegaard chiamava ripetizione, la logica stessa del conoscere per una comprensione più adeguata del nostro presente e per correre in soccorso al bisogno dell'oggi.