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Questo "libro di famiglia", tra i più notevoli prodotti nel tardo medioevo, unisce allo stile dimesso e pacato delle "ricordanze" di vita domestica la passione narrativa nell'evocare le vicende che segnarono profondamente lungo tutto il Trecento non solo la città e il territorio di Orvieto, ma anche in generale l'Italia centrale. L'autore, esponente di primo piano dell'aristocrazia orvietana, fu partecipe da protagonista a molti degli eventi da lui narrati; ciò fa sì che il quadro da lui tramandatoci di essi costituisca una preziosa testimonianza delle dinamiche che determinarono la transizione dalle istituzioni comunali alle signorie cittadine e agli "stati regionali", con particolare riferimento ai domini temporali della Chiesa, dei quali Francesco fu strenuo fautore e difensore.