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La visione immaginativa del sentiero, del bosco, della dea silvestre, un luogo interiore ed esteriore dove L'anima mundi di Marsilio Ficino si manifesta di continuo, in un neoplatonismo perenne, in cui il pensiero insieme alla poesia riflettono un nuovo modo di vedere le cose, di leggerle oltre i sensi, oltre la stessa realtà percepita. Questo il senso della raccolta. La dea silvestre, figura molto presente nel testo, unica benché polimorfica, è il risultato del "politeismo" psicologico di J. Hillman, ripresa partendo dal valore della bellezza e da una chiave di lettura de Il codice dell'anima. Brevi racconti interpretano il tema della ricerca del "sentiero".