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I miti sono una finestra aperta non solo sul passato, ma sul nostro modo di interpretare il presente. Quelli trattati nel libro sono i più antichi dell'umanità. Sono racconti, spunti e suggestioni che provengono da un'epoca remota, coincidente con l'orizzonte mesopotamico degli eventi. A quel tempo l'umanità poteva essere ancora modificata a piacimento degli dèi, al punto che i destini degli enti (cose o persone che fossero) venivano fissati di anno in anno: una circostanza che, pur rappresentando una garanzia di continuità, dimostra la percezione di profonda precarietà che Sumeri e Babilonesi avevano del proprio mondo. Le domande che assillavano gli antichi erano dunque le stesse che perdurano oggi. Domande come: «Perché sono qui?», «Perché devo andarmene?», «Quando accadrà, dove andrò?». Domande alle quali il volume, se non può dare una risposta, può provare quantomeno a fornire una spiegazione, analizzando il pensiero, la sensibilità e l'immaginazione dei primi uomini che hanno cominciato a porsele. Prefazione di Claudio Saporetti.