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Una donna complessa, sensibile, ferita dalla vita. L'incontro con un prete eremita in cima a una montagna della Garfagnana con il quale decide di aprirsi, di provare a sciogliere il grumo solido di dolore sepolto dentro di lei. Tra i due personaggi nasce un sodalizio fatto di frequenti incontri durante un rovente, decisivo mese di agosto, che costituiscono quasi una lunga, ininterrotta seduta psicoanalitica. Ma questi colloqui diventano terapeutici anche per l'uomo. Dopo molti anni Diego e Luisa (Lula) riusciranno a svelarsi reciprocamente fino in fondo e a stabilire un legame molto simile a un amore sensuale, anche se fatto esclusivamente di momenti di anima. Lula dedica la ricostruzione di questo suo itinerario a un Figlio, che è un bambino profugo, solo, avuto in affido. Gli racconta in sostanza tutta la sua vita perché, dice, diventi corredo della vita del ragazzo. E gliela racconta con un artificio drammaturgico: facendo recitare le figure significative della sua esistenza, mettendole in scena, dando loro la parola.