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Cosa può fornire alla comprensione dell'Egitto di fine Ottocento lo studio della vita e delle opere dello shaykh Muhammad Amin al-Kurdi (m. 1914)? Erudita e sufi kurdo, ignorato dalla storiografia che lo considerava un "'âlim tradizionale" nell'epoca della nahda, riuscì a impiantare attraverso un'intensa opera di proselitismo un ramo autonomo della tarîqa Naqshbandiyya contraddistinto per l'essere una mescolanza di azhariti e classi subalterne. La sua abbondante e variegata produzione letteraria prende in considerazione le più importanti questioni dottrinali e politiche dell'epoca (taqlîd e ijtihâd, critica alle scuole giuridiche, donna e velo, santità e pratiche sufi) trattate con uno sguardo antitetico rispetto a quello delle correnti riformiste e moderniste.