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L'opera "Il castello dei destini incrociati" è uno dei più noti romanzi di Italo Calvino, il quale, nel periodo della propria adesione al circolo dell'OuLiPo, prova ad applicare la logica combinatoria ai tarocchi, utilizzandoli per dare vita a veri e propri racconti "pittografici". Analizzando la natura intrinsecamente narrativa del loro linguaggio simbolico, i tarocchi non sono usati come folkloristico strumento per predire improbabili futuri, ma come punto d'intersezione di temi tipicamente semiotici, filosofici e psicologici. Alla luce delle moderne tecniche tarologiche - volte alla narrazione di sé nel momento presente - il lavoro di Calvino assume un carattere estremamente attuale, potendosi ritrovare in esso temi e concetti tipici di tali pratiche.