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L'autore offre una testimonianza su alcune tra le più spinose e inquietanti questioni di biodiritto alle quali è assai arduo e impegnativo dare risposte complessivamente appaganti, che non lascino pur sempre il tarlo del dubbio, sollecitando non di rado il loro ripensamento o, come che sia, l'adattamento a casi della vita continuamente cangianti. Il volume dà indicazioni di ordine teorico-ricostruttivo nei cui riguardi si può consentire o dissentire, riconoscendo a ogni buon conto l'equilibrio che le connota, lo studio approfondito che le precede e sorregge, la sensibile attenzione, di cui esse danno eloquente testimonianza, verso l'uomo e i suoi più avvertiti bisogni. Un libro che non si sottrae alla sfida di prospettare soluzioni anche in prospettiva de iure condendo, segnalando le carenze della legge 219 e il carattere riduttivo di alcune sue previsioni (in ispecie con riguardo ai soggetti più deboli ed esposti, tra i quali i minori), e che giova non soltanto alla teoria ma anche (e soprattutto) alla pratica, a quella giurisprudenziale come pure a quella legislativa a venire.