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Episteme è il termine con cui Platone chiama il sapere certo e incontrovertibile, poi detto da Hegel "sapere assoluto". Da tre secoli il nichilismo, inaugurato da Nietzsche, intende demolire questa forma di conoscenza, nella Götterdämmerung che Emanuele Severino chiama "tramonto degli immutabili". Essa non inizia con Nietzsche. Nella Grecia antica nichilisti erano i sofisti che facevano del pensiero solo arte della persuasione. Gorgia dice che la verità non esiste, che se esiste non è conoscibile e, se essa è conoscibile, non è comunicabile. Platone stesso sviluppa le "dottrine non scritte". Ma l'episteme non è in realtà mai apparsa nella storia del pensiero, che Severino rappresenta come successione di diverse sintesi del sapere. L'episteme ha caratteri peculiari ma è stato detto che, per la sua stessa natura di sapere incontrovertibile, essa perderebbe il contenuto dei pensieri passati, tra loro inconciliabili. Sarebbe impossibile nel tempo attuale una nuova sintesi di tutto il sapere, essendo troppi e specializzati i settori disciplinari scientifici. Il libro tenta questa impresa riunendo venticinque anni di attività speculativa dell'autore (1992-2018), condotta in tale direzione tramite paradigmi euristici capaci di generare l'unità tra i saperi.