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"Rilke, nelle Elegie duinesi, dichiara che «siamo di casa nel mondo interpretato», vale a dire che il senso è la nostra patria. Viviamo di e per esso. E tuttavia, che cosa accade quando, come nell'oggi, con l'avanzare del nichilismo - tra tutti «l'ospite più inquietante» (Nietzsche) -, si assiste al venir meno del senso, al suo rapido svanire, infine al suo mancare? E poi: nel momento in cui condividiamo ancora del senso, perché siamo comunque sempre spinti oltre, in uno slancio di trascendenza che mira al di là del senso dato? Da cosa nasce (e di cosa è indice) la nostalgia per un altro senso, per il senso dell'Altro che ci prende e ci accompagna, dovunque e di continuo? Nella condizione della povertà di senso, come vivere? Che fare? A queste domande - le questioni di sempre e di tutti -, il volume cerca di dare delle risposte, tenta di rendere loro ragione - non è, forse, questo l'ufficio (e il principio) della filosofia? - attraverso la definizione, ancora sommaria e provvisoria, di un'ontologia dell'esilio".