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Il rapporto tra Gabriele d'Annunzio e la musica è stato sovente oggetto di studi specifici, convegni e saggi, che ne hanno evidenziato ogni possibile sfaccettatura, dettaglio, implicazione e connessione, ma che hanno indagato prevalentemente la diretta interdipendenza e le reciprocità con la letteratura musicale e con i musicisti coevi. Il libro presenta una diversa ipotesi di analisi e tenta di rinvenire solo nella polimorfa letterarietà delle sue opere una sorta di malcelata e costante componente musicale: il Musico invisibile, appunto. Il linguaggio narrativo del Vate non è disgiunto dal suono o da indirette commistioni musicali o paramusicali, ma le connesse dicotomie si attenuano o si dissolvono nella complementarietà degli intenti artistici. Ardue imprese consentono al poeta e al prosatore di fungere quasi da interprete di una millenaria tradizione musicale. Da qui la scelta di un diverso approccio alla quaestio: un percorso che si articola in cinque capitoli, dedicati al Libro segreto e alle cronache giornalistiche, ai romanzi, alle opere poetiche, ai testi teatrali e alle prose di ricerca. Infine, commenti e riflessioni anche per le opere scritte nell'idioma d'oltralpe.