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Alle opere del periodo londinese Giordano Bruno affida la sua riforma cosmologica, morale e ontologica, portando alle estreme conseguenze la teoria copernicana e teorizzando l'infinità dell'universo. Ciò ha permesso allo scienziato e filosofo Jean Marc Levy-Leblond, nell'anno del quarto centenario dalla morte del nolano, di dichiarare che «le numerose, recenti scoperte di pianeti esterni al sistema solare, lo sviluppo della ricerca sulle eventuali forme di vita extraterrestri, così come l'ipotesi Gaia, oggi scientificamente più credibile, costituiscono un magnifico omaggio alla sua prescienza».