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Vedere qualcosa come qualcos'altro è una prassi tipica degli esseri umani. Si pensi ai bambini quando giocano: un pezzo di gomma può diventare una macchina, un cilindro di legno può divenire una torre, una penna può essere vista come una freccia. Come avviene questo vedere interpretativo? Quali sono i limiti? Il vedere è sempre interpretativo? Qual è il suo legame con il linguaggio verbale? Attraverso il concetto di «vedere come» di Wittgenstein e di Goodwin da un lato, e le riflessioni sull'iconismo di Peirce e di Eco dall'altro, è possibile tracciare due percorsi teorici capaci di dare ragione a queste domande, i quali, però, approderanno al confine contrassegnato dalla pluristabilità.