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Oreste è un eroe scisso tra l'obbligo sociale di vendicare il padre Agamennone sui suoi uccisori - la madre Clitemestra e l'amante Egisto - e l'inibizione a compiere il matricidio per poter realizzare il proprio dovere di figlio dell'Atride. La natura duplice del suo atto - vendetta del sangue genitoriale e suo empio tradimento - emerge sin dalle testimonianze più antiche in tutta la sua irriducibilità. I miti che lo tramandano in versioni molteplici ne sono testimonianza significativa: Omero tace del matricidio, mentre la tragedia inscena nella sua violenta ambiguità l'assassinio di Clitemestra. Allo stesso modo multiformi sono i racconti dei riti per purificare Oreste dal sangue versato, concretizzatosi nelle Erinni persecutrici. Tramite queste narrazioni la società greca si interrogava e rifletteva attorno a temi socialmente rilevanti, come quello della vendetta, del matricidio, della contaminazione (miasma) e della purificazione (katharsis).