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L'utilizzo strumentale della "cultura" da parte dei governi per fini di politica estera ha origini lontane, ma è stato nel primo dopoguerra che si è affermata una piena consapevolezza dei benefici che sarebbero potuti derivare da un intervento specifico nel settore della promozione culturale all'estero. Il lavoro offre, da una prospettiva inedita, l'analisi approfondita di un'iniziativa complessa, la crociera della nave "Italia" in America Latina nel 1924, ponendola in relazione con lo strutturarsi della "politica culturale" fascista nell'area latinoamericana e, più in generale, con l'evolversi dell'espansione culturale fascista all'estero. La missione ha infatti svolto la funzione di una sorta di "laboratorio" di sperimentazione di nuovi approcci teorici e pratici che, una volta consolidatisi, hanno portato al delinearsi di una politica e di una diplomazia culturale costruite intorno all'idea di un'italianità totalmente identificata con il fascismo.