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La fine del mondo entra spesso nelle conversazioni e nelle paure di tutti, sollecitata da periodiche profezie e bislacche superstizioni così come da sconvolgimenti ambientali e diseguaglianze sociali. Questo libro, tuttavia, non intende relegare l'apocalisse a discorsi allarmisti o moralisti. Perché la fine del mondo, guardata da vicino, parla all'uomo dei suoi desideri più intimi. E può diventare "grazia" nella misura in cui ciascuno converte il suo sguardo all'essenziale e riscopre lo splendore e la forza della vita accolta come dono. Il filosofo francese traccia un'arte del vivere, per una sfida che ogni persona è chiamata a osare: decidersi a favore della vita e di essa prendere tutto, anche quello che, concludendola, la aprirà su qualcosa di più grande.