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Cana, si riconosce, è un episodio programmatico per l'intero quarto vangelo; fornisce la chiave interpretativa più importante per la comprensione dei segni di Gesù. È "un segno preminente", affermava Origene (+253/254). Eppure si ha l'impressione che "nell'attuale situazione degli studi è molto improbabile che si possa giungere a una soluzione da tutti condivisa". Per scandagliare la portata di questa prima "manifestazione " di Gesù, l'evangelista ispira il suo racconto a due altre grandi "rivelazioni", quella cioè del Monte Sinai e quella del Mistero Pasquale. Questa duplice polarità impressa al "segno" di Cana è già insinuata dalle analogie di struttura sottese ai tre eventi: Sinai-Cana-Pasqua.