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Nelle pagine di questo diario spirituale l'autore, con semplicità, autoironia e una rara capacità di introspezione, ci presenta quella che potremmo definire la testimonianza unica di un'esperienza a diretto contatto con una spiritualità indiana fatta di "santi" il cui destino non è stato quello di essere conosciuti dal mondo. In un racconto scorrevole e avvincente, ma nello stesso tempo incredibilmente profondo, con un'alternanza di slanci lirici, dialoghi intensi e sconvolgenti e situazioni umoristiche, il monaco benedettino abbandona a poco a poco ogni pregiudizio e ogni bagaglio intellettuale e ci accompagna nella sua "iniziazione alla vita monastica hindu".