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Maria vive una vita dissociata: immersa in un'atmosfera di latente depressione, insoddisfatta, teme tuttavia di abbandonare questo dolore familiare e conosciuto (e sul quale pensa di avere il controllo), rinunciando così ad aprire la porta che conduce all'amore verso sé stessa ed al coraggio di credere nella propria indole. Il potere: Maria si appresta alla scalata al potere che, come si sa, nella nostra società ha un'accezione prettamente maschile. Il successo è assicurato, ma, in maniera cruda e paradossale, se ne scoprirà il prezzo... Ci si chiede: si deve per forza arrivare fino a questo punto? L'erotismo: Maria, studentessa universitaria affascinata ed ispirata dal suo docente di letteratura, crede di poter traslare nella propria realtà le intriganti lezioni di letteratura noir. Ma l'erotico gioco di ruolo da lei instaurato sfugge presto al suo controllo: il docente percepisce e vive solo il lato reale della situazione, che presto degenererà in una tragica fine. L'amore estremo: Uno dei dolori più grandi e devastanti, la malattia e la morte della madre, porta Maria ad affrontare il tema dell'amore estremo. Quanto coraggio occorre per dare il giusto senso alla vita? Per riconoscere quando il valore della vita è inferiore al valore della morte? Il diritto alla maternità: Maria, moglie e madre, è costretta a scontrarsi di colpo con la forza e l'assurdità della burocrazia di Stato, un potere assoluto che la precipiterà dalla gioia di vivere in libertà, consapevole delle proprie scelte, alla paradossale negazione, dolorosa e totale, del suo essere donna e madre. Le illusioni: Maria è protagonista di una metafora dell'amore disatteso. Con ironia, si raccontano l'approccio, l'innamoramento, la conoscenza, il sesso, i progetti, la delusione. Il tutto nell'arco di un lungo viaggio in treno.