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È l'anno 2005. Sofia Pietro, nata e cresciuta in Kosovo, è dottoressa da pochissimo tempo. Di conseguenza diventa famosa nel suo Paese. Data ormai la sua notorietà, riceve una proposta politica che accetta con un solo obbiettivo: fare pace con la Serbia e ottenere l'indipendenza reciproca. Questo ovviamente non viene molto accettato dalle più alte cricche politiche, compresi alcuni membri del suo partito, ma la sua insistenza, determinazione e tenacia, faranno sì che venga scelta come deputata e poi con l'incarico di ministro degli esteri. Da qui inizia il suo faticoso lavoro, che la porterà in giro per tutto il mondo proponendo questo suo obiettivo. Il suo essere donna e appartenere a un Paese povero fa sì che venga rifiutata da tanti Paesi a livello internazionale, ma lei andrà avanti per la sua strada, fino a Oslo. Questo romanzo è una fotografia di quello che succede agli immigrati e ai clandestini, facendo emergere la tragedia e la non comprensione dei più deboli e dei bisognosi.