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"Cosmoempatia" è la percezione-visione del mondo nella quale l'empatia risolve ogni separatività fenomenica e ogni dualismo mentale; punto di convergenza tra le conoscenze contro-intuitive della fisica quantistica, l'etica neoplatonica e l'energetismo gnoseologico. Il trattato "Cosmoempatia" espone, attraverso una varietà di generi letterari (l'analisi gnoseologica, l'articolo antropologico, l'intervista, l'anamnesi e la poesia), quell'ontologia delle relazioni, secondo la quale nessun ente corporeo e spirituale può essere concepito e studiato isolandolo da quel "tutto" in cui si manifesta. Ogni essere percepiente, per vocazione, non solo tende all'unità primordiale (l'uno filosofico, il tao, il logos, Atman, Tonatiuh) ma è ontologicamente tale unità, oltre al dualismo mentale e all'ambiziosa affermazione dell'io. L'empatia per l'alterità, sia essa umana, animale, vegetale o cosmica, come innata artefice di quell'intreccio mistico indissolubile (entanglement) e di quella condizione simpatetica (sympatheia) che è il fine ultimo della nostra presenza qui e ora.