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La chiesa di San Carlino con il suo convento (1634-1667) è la prima opera che Francesco Borromini realizza a Roma come architetto, proponendosi ai Padri Trinitari con un suo progetto. L'opera che seguirà fino al momento della morte vede incompiuta la realizzazione della facciata che sarà poi completata dal nipote. Il volume fornisce dettagliati rilievi e notizie del restauro rendendo giustizia alla genialità dell'architetto che con l'apparato decorativo riesce a dare l'impressione di una forte dilatazione degli spazi in un edificio sacro di ridotte dimensioni. Le operazioni di restauro del complesso hanno riguardato il recupero delle finitura e dei colori e degli stucchi originari, il ripristino della luminosità e della fruibilità della cripta, dove il Borromini avrebbe voluto essere sepolto.