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Il progresso tecnologico e, in particolare, il diffondersi dell'intelligenza artificiale costituiscono, nell'ambito delle attività imprenditoriali, un elemento di innovazione non più solo a livello produttivo, ma anche a livello di modalità di amministrazione e controllo. L'intelligenza artificiale può infatti essere impiegata all'interno del consiglio di amministrazione per raggiungere decisioni strategiche più snelle ed efficienti e per orientare le decisioni assunte in funzione degli obiettivi strategici della società e dei profili di responsabilità sociale. A fronte di questi impieghi, che verosimilmente cresceranno nel tempo, l'intelligenza artificiale sollecita una rilettura di alcuni aspetti caratterizzanti il governo societario, al fine di divenire una concreta risorsa per gli amministratori nell'adempimento delle funzioni di amministrazione e controllo. Il presente lavoro esplora le potenzialità e i rischi che gli amministratori sono chiamati ad affrontare per effetto dell'ingresso dell'intelligenza artificiale nel consiglio di amministrazione tanto nell'adempimento delle funzioni di amministrazione e controllo, quanto rispetto al regime di responsabilità, anche alla luce del principio di insindacabilità delle scelte gestorie. L'intuizione alla base della presente ricerca è che l'intelligenza artificiale possa essere impiegata proficuamente soltanto se assorbita all'interno dei processi che regolano il funzionamento dell'organo consiliare. Da questo punto di vista, l'indagine qui svolta contribuisce a collocare il presidio dell'impiego degli strumenti di intelligenza artificiale nell'ambito della corporate governance, intesa quale laboratorio per l'elaborazione di regole sul funzionamento del consiglio di amministrazione