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Walker è un veterano canadese della Seconda guerra mondiale, con un disturbo post traumatico da stress. Non riuscendo a tornare a casa, nella rurale Nuova Scozia, decide di rifarsi una vita in città, alla ricerca dell'anonimato e della libertà che solo una grande metropoli può dare. Lo seguiamo mentre si sposta da New York a Los Angeles a San Francisco, e davanti ai nostri occhi scorre l'America del dopoguerra, tra la fine degli anni Quaranta e i primi Cinquanta, un'epoca cupa, di grande crisi e cambiamenti: l'American Dream si è sgretolato, le divisioni sociali e razziali lacerano il Paese, la corruzione dilaga e le città si riempiono di emarginati. Un panorama che diventa terreno fertile per i tanti film noir che si girano in quel periodo in California, e che assurgono a simbolo di un'era con il loro iconico bianco e nero e gli antieroi urbanizzati. Ancora tormentato dai ricordi della guerra - i rumori, le immagini, le sensazioni a volte riemergono con prepotenza, paralizzandolo - e da un passato che si fa rappresentazione di un'innocenza perduta, a poco a poco Walker sembra riprendere in mano la sua vita, trova lavoro come giornalista e scrive proprio di tutte quelle persone ai margini che nessun altro vede e con cui lui ha ancora così tanto in comune.