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"La storia dell'amore" inizia a New York, dove l'ottantenne Leopold Gursky vive in solitudine sin da quando, sfuggito all'olocausto, sbarcò in America. O forse inizia sessant'anni prima, in un altro mondo e sotto un altro cielo, nel villaggio polacco in cui Leopold ragazzino scoprì per la prima volta che era facile dimenticare la paura della morte guardando gli occhi incantevoli e imperiosi di Alma. Per Alma, Leopold scrisse un libro sull'unica cosa che conoscesse bene, intitolato "La storia dell'amore". Poi la tragedia dell'Europa cancellò i suoi sogni e quelli di tanti altri ebrei. Dopo lo sterminio della sua famiglia, Leopold riuscì a sopravvivere solo rendendosi invisibile e adesso, da vecchio, è spaventato all'idea di morire senza lasciare traccia di sé. Ma non sa che il manoscritto della sua gioventù non è andato perduto per sempre. Come lui, ha cambiato pelle e parla un'altra lingua, non più l'yiddish delle origini ma lo spagnolo dell'America latina: il libro ha seguito il destino dell'amico di un tempo Zvi Litvinoff, esule in Cile, e laggiù è stato pubblicato per poi cambiare il corso di molte vite. Vite come quella di un'altra Alma, un'adolescente newyorkese che deve il proprio nome alla protagonista femminile de "La storia dell'amore" e che un giorno si metterà sulle tracce della donna che lo ha ispirato. In Alma, un nome che diventa emblema di amore e di perdita, di dedizione e di estraniamento, si saldano e si arricchiscono di significato tutte le vicende del romanzo di Nicole Krauss, segnate ora dalla predestinazione ora dall'imprescindibile mano del caso.