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Le migrazioni dall'Africa verso l'Europa, le trasformazioni sociali del mondo arabo, l'integralismo islamico... Questi fenomeni negli ultimi anni sono diventati per noi esperienza e materia di riflessione quotidiana, spesso drammatica. Nella trilogia di Nico Naldini, qui riunita sotto il titolo complessivo di "Piccolo romanzo magrebino", sono presenti fin dai primi testi, che risalgono all'inizio degli anni Novanta. E sorprende oggi il lettore la straordinaria acutezza, se non la preveggenza, con cui Naldini li ha osservati e descritti, dalla sua specola privilegiata, durante i lunghi soggiorni in Tunisia. Ma questo è soprattutto un libro di poesia, il libro più importante di un poeta che ha ormai alle spalle una lunga storia, iniziata sotto il segno del cugino Pier Paolo Pasolini con il quale condivise l'appassionante avventura del félibrige friulano. L'esperienza nordafricana dà vita a una poesia di carattere narrativo e descrittivo, anche se continuamente attraversata da slanci o ripiegamenti lirici. Uno dei temi dominanti è quello erotico; ma la bellezza inseguita nei corpi amati si diffonde e si rifrange nelle opere e nei giorni, nei paesaggi africani qui onnipresenti. E il miraggio che appare e scompare diventa così la vera cifra della trilogia magrebina di Naldini, delle sue visioni e delle sue passioni. Postfazione di Fancesco Zambon.