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Il libro è una riflessione sul comunismo italiano, è la storia della militanza dell'autore nel PCI, dal 1960 in poi, attraverso i vari incarichi ricoperti a Torino, a Venezia, a Botteghe Oscure, e soprattutto attraverso i leader che ha conosciuto più da vicino e che più lo hanno coinvolto per la loro personalità e originalità. Scorrono i ritratti personali di Gramsci, Togliatti, Amendola, Pajetta, Ingrao, Nilde lotti, Natta, Napolitano, Napoleoni, Occhetto, Trentin. Spicca la figura di Enrico Berlinguer, che ha portato il comunismo democratico del PCI alle estreme conseguenze, fino all'aporia, svelandone la contraddittorietà. Nel libro non c'è nostalgia. La sinistra va reinventata: in Italia, in Europa, a livello globale. C'è la considerazione della tradizione. Tradizione significa custodire il fuoco, non adorare le ceneri.