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Per chi emigra la parola ha una importanza decisiva e doppia. La parola ha il compito di tenere vivo il ricordo, da una parte, e, dall'altra, di farsi spazio in un mondo nuovo. Negli ultimi anni alcune donne, provenienti da paesi diversi e fra loro lontani, hanno compiuto una scelta coraggiosa: quella di utilizzare la lingua nuova per raccontare. Per queste migranti la scrittura, il racconto, la narrazione nella nuova lingua sono fondamentali strumenti di autorappresentazione e di "rappresentazione" dei mutamenti che intervengono in un contesto particolare come quello dell'emigrazione. Per questo il "Caffè letterario" della Casa internazionale delle donne, con il sostegno e il patrocinio della Provincia di Roma, si è proposto di incoraggiare la "narrazione incrociata" tra migranti e native, residenti a Roma e provincia, tramite un apposito concorso letterario, rivolto alle donne, che avrà ricorrenza annuale. L'antologia è il primo risultato di questo lavoro. Con una prefazione di Cecilia D'Elia e l'introduzione delle componenti della giuria, contiene i dieci racconti delle vincitrici; la giuria ha comunque deciso di pubblicare tutti i 34 testi pervenuti, per il loro valore intrinseco. Sono infatti una preziosa testimonianza di quanto può essere lungo il cammino che ci porta alla reciproca conoscenza. E di quanto può essere ricco.