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Un ritratto a tutto tondo, biografico, intellettuale e spirituale, del drammaturgo più innovativo della prima metà dell'Ottocento europeo. Anatomista, vissuto solo 24 anni (1813-1837), Büchner ha lasciato un rivoluzionario manifesto politico che gli costò l'esilio, due drammi ("Dantons Tod", "Woyzeck"), una "commedia" ("Leonce und Lena"), un frammento di racconto ("Lenz"), una dissertazione scientifica e un corpus di lettere di eccezionale importanza. È stato il suo teatro a rivelare la componente nichilista del nuovo concetto di storia elaborato nella cultura europea fra secondo Settecento e primo Ottocento, con tale sbalorditivo anticipo sui tempi che sarà solo l'espressionismo, in particolare il "Wozzeck" di Alban Berg (1925), a inserirlo nella costellazione dei più grandi drammaturghi e dei più acuti pensatori del tragico nell'orizzonte storico del Moderno.