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Il lavoro è cambiato. Ma non è cambiato in modo adeguato il modo di regolarlo per affrontare con efficacia i nuovi problemi che sono proposti dai cambiamenti in corso. In questo volume viene mostrato il deficit di regolazione che connota il sistema sociale italiano: dalle relazioni industriali e dalla contrattazione, fino alla rappresentanza e alla carenza di un disegno ampio di protezione sociale capace di includere il lavoro instabile e precario. Nello stesso tempo viene rilevata la difficoltà di fornire risposte efficaci alle aspettative dei lavoratori (che riguardano tanto l'attesa di una migliore qualità del lavoro che la domanda di maggiore stabilità) da parte delle organizzazioni di rappresentanza: in modo particolare di quelle che si muovono nella sfera politica. Il mondo del lavoro immerso nell'economia globale manifesta una crescente insicurezza e richiede soluzioni meno congiunturali. In questa chiave l'autore propone l'esigenza di un nuovo patto sociale, capace di aggiornare un compromesso durevole ed efficace tra gli interessi delle imprese e le ragioni del lavoro, e più in generale tra democrazia e mercato.