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La modificazione, tema permanente nell'architettura, costituisce oggi un ruolo sempre più centrale sia nel dibattito contemporaneo sia negli interventi che tendono a costruire una corrispondenza tra regola insediativa e luogo. L'autore intende indagare il tema a partire dalla questione che pone Vittorio Gregotti, ovvero dalla possibilità di riconoscere nella modificazione uno "strumento concettuale che presiede alla progettazione", e lo sviluppa secondo due direzioni parallele: lungo la prima direzione il tema è esplorato nella complessità dei contenuti a esso riferibili e nel tentativo di scomporli per costruire un vero e proprio linguaggio della modificazione; nell'altra direzione, la modificazione è affrontata come espressione concreta nel progetto di architettura, attraverso alcuni casi studio esemplari, indagati nelle differenti declinazioni linguistiche. Da una parte, dunque, questo studio si concentra sulla modificazione come azione e non come effetto, mentre dall'altra pone l'attenzione sulle parti di città che rappresentano un'occasione, per il progetto di modificazione, di rivelazione, recupero e attualizzazione di segni e valori: un'occasione del progetto che non intende esprimersi secondo una retorica della continuità, quanto piuttosto secondo un principio di regolazione dialogica tra idea e realtà.