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Olivo Barbieri si è misurato con il cambio di scala e ha ripreso i paesaggi di rovine dall'alto e da vicino, cercando attraverso questo doppio sguardo di dare voce a ciò che il disastro lascia dietro di sé e a ciò che il futuro attende da questa visione. «Visivamente, i terremoti possono avere due punti di osservazione. Come ho cercato di rendere evidente sia in mostra che nel libro, le due percezioni, da terra e dall'alto, ci dicono cose molto diverse. Quando sei a terra lo percepisci come un disastro quasi "rinascimentale": le nostre città sono state in gran parte costruite secondo le leggi della prospettiva. Anche tra le rovine non è difficile individuare con lo sguardo le fughe prospettiche che portano all'edificio più importante. In una visione dall'alto ci si rende invece conto dell'entità del disastro stesso, perché la dimensione dei crateri negli edifici è ben visibile. Credo che sia fondamentale conservare questi due punti di vista per avere una percezione complessiva degli effetti del terremoto».