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Il ripetuto ritorno di Michel Foucault al testo di Kant "Che cos'è l'illuminismo?" (1784) è rimasto per molto tempo ai margini nella ricezione del suo pensiero. Solo negli ultimi anni, dopo la pubblicazione dei corsi al Collège de France, ha conquistato una sua centralità nel vasto panorama degli studi foucaultiani. Il pionieristico lavoro di Rudy Leonelli ha l'indubbio merito di avere colto negli scritti dedicati all'illuminismo kantiano alcuni temi chiave della riflessione di Foucault, conducendo all'elaborazione di un'inedita idea di critica che è ancora carica di conseguenze per il presente. Al cuore della discussione vi è il ruolo e gli effetti del razionalismo europeo, la sua presunta universalità scossa, dopo la Seconda guerra mondiale, dalle esperienze drammatiche del XX secolo: la ragione non può essere oggetto di sacralizzazione, ma nemmeno può diventare bersaglio di una illusoria demolizione. Il problema che emerge con lucidità dalla lettura dei testi di Foucault su Kant proposta da Leonelli è quello della conflittualità interna del razionalismo moderno: la contraddizione tra l'esigenza di una critica radicale della razionalità occidentale e l'uso di mezzi essi stessi razionali utilizzati nell'analisi critica. Con grande originalità Leonelli individua una fertile biforcazione interna del progetto critico inaugurato da Kant: una via "tedesca", che va dai giovani hegeliani, Karl Marx, fino a Max Weber e alla Scuola di Francoforte; e una via "francese", che da Comte e dal positivismo del primo Ottocento si sviluppa nella scuola storica-epistemologica di Gaston Bachelard fino a Georges Canguilhem e allo stesso Foucault. Riportare la ragione su se stessa in modo nuovo diventa allora l'ultima fondamentale sfida non solo della modernità europea, ma anche dei nostri tempi. Prefazione di Étienne Balibar.