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Il De re uxoria fu donato nel 1416 a Lorenzo de' Medici il Vecchio per le nozze fiorentine con Ginevra Cavalcanti. Il trattato può essere assunto a simbolo precoce dei rapporti politici e culturali tra Firenze e Venezia in età umanistica. Divenuto una sorta di best seller, si diffuse in tutta Europa, reinterpretato fino ai nostri giorni alla luce dei diversi ambiti storici e letterari. L'opera svolge un ruolo importante nel recupero massiccio degli auctores, greci in particolare, operato dal Barbaro in coerenza con il nuovo programma di studi umanistici avviato in area veneta da Guarino Veronese. Lo scritto armonizza sapientemente l'aneddotica classica con la contemporaneità veneziana, risultando gradevole anche per un lettore 'curioso' dei nostri giorni.