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"A chi, al giorno d'oggi, venisse l'idea di provare ad interrogarsi attorno a una parola osannata e dileggiata, come quella che il lessico antico ha in comune con quello contemporaneo, si troverebbe a parlare di dignità con spirito incerto e magari dubbioso, ben sapendo di fare opera oziosa. Tuttavia, è proprio la sua sempre rinnovata modernità, così smisurata da diventare una moda pressoché quotidiana del parlare corrente, accresciuta dai continui proclami contenuti in quasi tutte le leggi europee, a obbligare a ripercorrere il suo lungo percorso espressivo. Proverò allora in queste pagine a descrivere le forme d'uso del termine e la sua fenomenologia con spirito critico, estendendo l'analisi, in qualche modo scettica, delle diverse concezioni della nozione. Da quel dibattito cercherò di cavare alcune nozioni, e spero forse il suo percorso storico, filosofico ed epistemologico, limitandomi alla considerazione dell'onorabilità della vita dell'uomo, e dunque tralasciando altri sensi che riguardano cose, o attività, o istituzioni; oppure animali, territorio, paesaggio, natura insomma, se non in un breve ragionamento alla fine."