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La politica machiavelliana viene prevalentemente intesa, almeno a partire dalla metà del XX secolo, come una politica della pluralità, quando non del conflitto. Una tesi che appare parziale alla luce delle istanze di articolazione e ricomposizione del corpo sociale avanzate dal segretario lungo un'intera biografia intellettuale. Attraverso una riflessione sui saperi, gli spazi e i soggetti della politica machiavelliana è dunque possibile mostrare la centralità dell'ordine, nuovo, nel pensiero del fiorentino.