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Pirandello lesse e meditò gli autori medioevali e umanistico-rinascimentali, scegliendo come maestri di pensiero quelli che, con felice formula, Giovanni Macchia definì moralisti classici. Un esame comparato dei testi pirandelliani con l'opera di Pascal e di Montaigne rileva la profonda, originale riflessione che Pirandello condusse sulle Pensées e sugli Essais mentre elaborava le proprie categorie poetologiche, peculiari del metodo artistico da lui definito «umorismo». Sulla stessa linea di pensiero Pirandello ricorre alla tradizione rinascimentale del paradosso, che affonda le sue radici nell'opera di Erasmo da Rotterdam.