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Lo studio affronta il rapporto poco conosciuto tra l'architettura, l'arte della memoria e l'enciclopedismo della prima modernità, attraverso l'esame di una serie di edifici mnemonicamente costruiti quali i giardini ideali di Agostino Del Riccio e Giovan Battista Ferrari, il teatro universale di Samuel von Quiccheberg e la città mnemonica di Cosma Rosselli. Tali esempi mostrano, oltre alla feconda interazione tra parole, immagine e spazio, gli aspetti gnoseologici della cultura architettonica dell'epoca finora non sufficientemente evidenziati.