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Affrontando il concetto di clientelismo nel processo di diffusione culturale nella prima età moderna, l'autrice esamina i molteplici ruoli assunti da Michelangelo Buonarroti il Giovane presso le corti principesche italiane, il suo rilevante contributo alla letteratura e allo spettacolo musicale fiorentino nella sua collaborazione coi maggiori compositori, e il ruolo cruciale che svolse come mediatore culturale in un intricato mondo segnato da mutevoli dinamiche di potere tra la fine del Rinascimento e il primo '600.