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George Orwell è il massimo interprete di un genere letterario, la distopia, che sembra essere la cifra del nostro presente; questa, infatti, coglie ed esprime con un'efficacia senza paragoni il principale paradosso che il terzo millennio ha ereditato dal Novecento: la clamorosa contraddizione tra l'onnipotenza dei mezzi tecnici che il secolo ha trovato a propria disposizione e la drammatica incapacità da esso mostrata di raggiungere, senza pagare un prezzo sproporzionato, pressoché tutti i propri fini.