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Viene ricostruita la collezione e l'attività mecenatizia di Gustavo Sforni (1888-1939), pittore fiorentino vicino agli ambienti della prima "Voce", offrendo delle sue scelte (Fattori, Ghiglia, Cézanne, van Gogh, Degas, Medardo Rosso) una lettura in parallelo al mercato d'arte e al dibattito critico delle riviste fiorentine del primo Novecento. Il triplice profilo del mecenate-collezionista-pittore si articola intorno alla sua raccolta, letta come un frammentario "diario pittorico", seguita nel suo carattere di esperienza in formazione e insieme di acuta e consapevole operazione critica.