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Nella scienza vale tutto. Per arrivare a una scoperta, gli scienziati sono disposti a fare uso di droghe o a sperimentare su se stessi. Sono pronti a calpestare l'avversario e a combattere accanitamente per dimostrare la validità delle proprie idee anche quando tutto sembra dar loro torto. Gli esempi celebri non mancano: Newton non esitò a falsificare i propri risultati e ad attaccare ferocemente i colleghi che avrebbero potuto oscurare la sua fama; i premi Nobel per la medicina Werner Forssmann e Barry Marshall rischiarono la vita pur di dimostrare la validità delle proprie intuizioni; lo stesso Einstein non fu esente da errori e omissioni, e fu sempre profondamente restio ad accettare le critiche. Secondo l'autore, però, è proprio questa anarchia di fondo a rendere possibili le grandi scoperte: senza la capacità di superare gli schemi predefiniti, senza il coraggio di infrangere le regole, la scienza cesserebbe di esistere. Per dare alla scienza un futuro e per far crescere una nuova generazione di scienziati è necessario far emergere il vero spirito scientifico, liberandolo dalla patina di noia e conformismo che lo avvolge e restituendogli dunque la libertà.