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L'onnipotenza del mercato produce la distruzione di tutti i beni pubblici. La prevalenza di un individualismo cieco e distruttivo riempie il mondo di merci, ma lo rende sempre più ingiusto e disperato. In un mondo siffatto la cura e la tutela dei beni che appartengono a tutti sembra una follia: eppure essa costituisce l'unica ragionevole risposta al processo di privatizzazione del mondo, l'unico rimedio per evitare che esso divenga il bottino esclusivo dei più forti. In un mondo in cui sembra che si possa essere solo sudditi o clienti, l'esercizio delle virtù civili e la scommessa della cittadinanza attiva sono l'unico modo per conciliare la difesa della libertà e la cura del bene comune, per sottrarsi alla tirannia degli Stati e a quella del mercato.